la Via Vandelli::

Modena-Massa

La Via Vandelli collega Modena e Massa. Il Duca Francesco III d'Este chiede a Domenico Vandelli un progetto per una strada moderna, di facile manutenzione, che passi solo per i territori del ducato estense. Il primo tentativo del Vandelli è del 1728 e ricalca la via Bibulca, quando duca è ancora Rinaldo. Il secondo progetto del 1739 è quello più innovativo e leggendario. Nel 1750 viene realizzata la bretella da Sassuolo. Si tratta di una strada frutto dell'illuminismo, di un sovrano e del suo progettista. La prima strada europea progettata e fornita di infrastrutture per l'alloggio e il ristoro, una gigantesca opera dell'ingegno umano. Oggi in gran parte è nascosta sotto le strade moderne, o sbiadisce in sentieri, o sparisce tra prati e boschi. Questo sito offre le informazioni per camminare in sicurezza sulla madre di tutte le strade moderne (e l'occasione per riscoprire il percorso originale, senza compromessi); e un po' di poesia.

La Via è una.

La Via scorre.

La Via parte. Da qualche parte.

La Via ondivaga.

La Via attraversa. Terra e uomini. Spirito.

La Via sale.

La Via è sommersa. E riemerge.

La Via è foglia, sasso, erba, asfalto, terra e roccia.

La Via è perduta. La Via fa ritrovare.

La Via è sotto i miei piedi.

Io. Percorrerò la Via.

giulio ferrari - gennaio.2017

The Way is one.

The Way flows.

The Way starts. Somewhere.

The Way wavewinds.

The Way goes through. Ground and men. Soul.

The Way rises.

The Way is buried. And surfaces. Again.

The Way is leaf, stone, grass, asphalt, soil and rock.

The Way is lost. And recovers.

The Way is under my feet.

I. Will travel the Way.

giulio ferrari - january.2017

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La Via Vandelli perché è un atto dovuto.

È affondata nei cuori e nelle menti delle genti della pianura modenese, del Frignano, della Garfagnana, delle Apuane fino alla costa.

La Via Vandelli perché va restituita.

Non permettere che si perda e si confonda tra i divieti, i cantieri, le trasformazioni. Le dicerie.

La Via Vandelli perché sgorga direttamente dall'illuminismo.

Non è strada di pellegrini, né di antiche popolazioni, non è un tratturo né una ferita. È un progetto.

La Via Vandelli perché è una infrastruttura che ha generato meraviglia. E la Via, ancora, meraviglia.

Studiata, pianificata, costruita, aperta, tracciata, percorsa, amata.

La Via Vandelli perché spiega la terra.

Una linea non dritta ma che segue, con ragione umana, le balze, i crinali, i fiumi, i passi.

La Via Vandelli perché è una. Ma molteplice.

Una. Ma asfalto dove altre strade l'hanno ricoperta, ma sentiero dove le genti hanno continuato a percorrerla, ma sasso dove si è inerpicata verso il cielo, ma è erba dove i prati hanno ricoperto le amnesie, è acqua dove l'uomo ha imbrigliato l'energia.

La Via Vandelli perché ci ho abitato, ci ho giocato, ci ho pedalato, ci ho tifato, ci ho amato.

Così ho deciso di rendere tributo, ricercando e ricostruendo il tracciato originale pensato nel 1739. E di percorrerlo. E di raccontare come percorrerlo.

La Via Vandelli perché è un orizzonte.